Si impara da piccoli a diventare grandi

PRESENTAZIONE DELL’ENTE

Casa Famiglia Betania di Maria è una comunità familiare rivolta a minori in difficoltà o senza famiglia, secondo uno specifico progetto educativo; accoglie fino a 6 minori con un progetto di accoglienza personalizzato su ogni singolo caso.

L’esperienza ormai decennale della Casa Famiglia Betania di Maria rappresenta la sintesi di due forme: l’affido familiare e la comunità residenziale. Infatti essa è gestita da una coppia genitoriale con figli propri, aiutata da figure professionali esperte con supervisione periodica da parte di una psicologa accreditata; ciò consente di stabilire relazioni più significative, ma ugualmente professionali.

I primi passi sono stati fatti in due, ma l’accoglienza a casa Betania di Maria è in continua evoluzione:

  • nel 2009 i coniugi Luca e Stefania Pedroni, genitori di due bambini e infermieri specializzati, sentono l’esigenza di fare qualcosa per i minori che si trovano in condizione di disagio, sofferenza e abbandono;
  • nel 2010 fondano Casa Famiglia Betania di Maria con sede a Verolavecchia. Lavorano insieme a una psicologa e accolgono i primi 3 ragazzi;
  • nel 2012, con il supporto di una pedagogista esperta, avviano alcuni progetti nelle scuole elementari limitrofe;
  • nel 2013 Luca e Stefania decidono di diventare i genitori affidatari di tre bambini già ospiti della comunità e
  • nello stesso anno accolgono giovani in stato di gravidanza, ragazze madri e minori con problematiche di tipo psichiatrico, quali disturbi dello spettro autistico e disabilità mentale;
  • nel 2020, a 10 anni dalla sua nascita, l’associazione si fa carico di 15 persone e offre supporto di sostegno post comunità per i ragazzi dimessi.

L’ambiente familiare rappresenta l’elemento fondamentale e distintivo. Nella comunità si realizza un’esperienza di vita familiare stabile e concreta e i ragazzi sperimentano la dimensione di un rapporto affettivamente significativo. Vengono aiutati a sostenere la fatica della lontananza dal nucleo familiare e a instaurare un legame genitoriale rigenerato, teso a recuperare una dimensione di maggiore equilibrio e autonomia con l’obiettivo del ricongiungimento familiare. La forza di questo approccio, personalizzato e duraturo, consente di evitare il fenomeno della fuga e mantenere il rapporto con i ragazzi anche dopo l’uscita dalla comunità.

CONTESTO E BISOGNO

Chi sono i minori in situazione di disagio o tutela?

In Italia i bambini e i ragazzi (0-17 anni) che vivono una condizione di separazione dalla famiglia d’origine conseguentemente a un decreto di allontanamento emesso dal Tribunale dei Minori risultano 26.615 pari al 2,7 x 1.000 della popolazione minorile totale; possono essere inseriti in due percorsi:

  • affidamento in famiglia
  • inserimento in Comunità Residenziali

Rispetto al tempo, l’affido familiare dura più a lungo, mentre l’inserimento in comunità spesso si riduce a meno di un anno per svariati motivi, tra cui il compimento della maggiore età (fonte: Lombardiasociale.net). In Italia il 47% dei bambini si trova in comunità residenziale (onere mensile per minore pari a € 3.000 a mese); mentre il 53% dei bambini si trova in affido familiare (onere mensile per minore pari a € 500 a mese). In Lombardia i minori fuori famiglia sono 4.200; a differenza della situazione nazionale si registra un numero maggiore di bambini (0-5 anni) in comunità residenziali rispetto a quelli in affido familiare.

Nel Comune di Brescia, infine, i minori in tutela presi in carico nel 2018 sono stati 1.075, 111 in più rispetto al 2016 e 30 in più rispetto al 2017, in maggioranza italiani (fonte: Comune di Brescia).

Per rispondere sempre meglio alle esigenze dei minori in difficoltà e per fronteggiare le richieste sempre maggiori dei servizi sociali, Casa Famiglia Betania di Maria ha avvertito l’urgenza di avere spazi più adatti alle esigenze educative e sociali dei bambini accolti, in particolare quelli con disabilità, permettendo anche di implementare attività di avvicinamento alla famiglia di origine; per questo ha acquistato una cascina a Verolanuova (BS) e desidera intraprendere un progetto di ristrutturazione per trasferirvi la sede della Comunità.

Data l’attuale presenza di bambini con problematiche di carattere psicosociale e affettivo, dovute al distaccamento con la famiglia d’origine e di bambini che presentano disabilità o comportamento e pensiero autistico, è necessario che la nuova struttura sia dotata di tutte le attrezzature atte a garantire la sicurezza mentale e fisica degli ospiti: quindi una casa nuova accessibile, sostenibile, funzionale e sicura. La ricerca del luogo adatto è stato un percorso condiviso e partecipato con la comunità che ha richiesto un anno di ricerca e progettazione: la casa, progettata per garantire qualità acustica e illuminazione naturale, con un sistema di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) per il ricambio di aria e la climatizzazione e con pannelli fotovoltaici sul tetto, avrà una struttura all’avanguardia, a basso impatto ambientale e con ridotti consumi di energia.

La nuova casa, molto più grande e spaziosa dell’attuale, permetterà ai genitori affidatari e fondatori di Casa Betania, di aumentare implementare le accoglienze e l’offerta educativa con nuovi servizi destinati a bambini e giovani per rispondere in maniera più adeguate alle nuove esigenze riscontrate dai servizi sociali.

PROGETTO

L’ambiente familiare rappresenta l’elemento fondamentale e distintivo, nel quale i bambini accolti vengono aiutati a sostenere la fatica della lontananza dal nucleo familiare e ad instaurare un legame genitoriale rigenerato, teso a recuperare una dimensione di maggiore equilibrio e autonomia con l’obiettivo del ricongiungimento familiare.

L’attuale casa di Verolavecchia, oltre ad essere inadeguata al movimento dei bambini, in particolare quelli con che presentano grave disagio psico-fisico, richiede continui lavori di manutenzione e di messa in sicurezza, dovuti, non solamente all’età della struttura, ma, anche, all’arrivo di bambini e ragazzi che presentano costantemente problematiche e necessità differenti. Per questo l’esigenza di cercare una nuova soluzione abitativa che possa non solo permettere una migliore accoglienza ma anche di utilizzare i fondi destinati
alla attuale manutenzione della struttura al sostegno di attività educative di cui i bambini necessitano.

Strutturata come le antiche cascine, la proprietà ha un corpo padronale davanti al quale si estende una corte di circa 500 mq chiusa da un ulteriore struttura e circondata da un’area verde di circa 300 mq. Il corpo padronale si articola su due livelli; il piano terra è dotato di luoghi ampi e confortevoli e sarà dedicato alle attività collettive e di socializzazione, oltre che agli spazi di servizio (quali un’ampia cucina e un ambiente lavanderia), mentre il piano
superiore sarà dedicato alle camere da letto di bambini e ragazzi che avranno in dotazione quanto necessario per una permanenza confortevole e accogliente.

La cascina ristrutturata offrirà maggior spazio per poter accogliere più bambini e maggior spazio di movimento a tutti i componenti della famiglia in special modo ai più piccoli che disporranno di più libertà sia all’interno che all’esterno della struttura e ambienti funzionali alle diverse attività della comunità familiare (sala giochi, sala studio, sala informatica…).

La casa, inoltre, è pensata a impatto ambientale quasi zero (“casa passiva”) attraverso l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Verrà munita di sistemi e dispositivi atti a garantire la maggiore sicurezza possibile su vari fronti: sistema antisismico, free gas, sistema di sorveglianza e cinta di sicurezza in prossimità delle strade carrabili. La nuova cascina dovrà, quindi, essere accessibile, sostenibile, funzionale e sicura.

La struttura sarà preparata e attrezzata con qualsiasi strumento che possa garantire la piena inclusione dei soggetti che la abiteranno: sarà dotata sin da subito di tutte le attrezzature necessarie per poter rispondere il meglio possibile alle esigenze dei bambini, in particolare per i più disagiati come un bagno per disabili sia al pian terreno che nella zona notte e di un ascensore con cabina adatta all’ingresso di carrozzine, che agevoli lo spostamento all’interno della struttura oltre all’accesso alla zona notte situata al piano superiore (senza il quale sarebbe preclusa in quanto l’unica via di accesso a tale piano è rappresentato dalla scala padronale).

Inoltre ogni angolo della casa sarà dotata di protezioni adeguate a garantire la sicurezza dei bambini come ad esempio l’installazione di cancelletti di protezione per impedire l’accesso solitario alle scale.

Costruzione ascensore

Oltre alla scala padronale è indispensabile la costruzione di un ascensore adeguato al trasporto di persone con disabilità. Partendo dalla circostanza che garantire accessibilità alle strutture costituisce espressione di un principio di solidarietà sociale e persegue finalità di carattere generale, l’associazione vorrebbe migliorare l’autonomo accesso alla
struttura per la persona disabile, implementando una piattaforma mobile che attenuerebbe sensibilmente le condizioni di disagio che una persona disabile avrà nella fruizione dell’intera struttura residenziale perché permetterà di raggiungere in maniera autonoma il piano superiore dell’edificio senza alcun supporto di terze persone.

Attualmente il secondo piano non è accessibile da un bambino disabile che è costretto ad usare una scala interna molto ripida composta da gradini di diverse altezze che rendono pericolosa la discesa e la salita per chi ha compromissioni fisiche.

La strumentazione per disabili di cui l’associazione vuole dotarsi per il superamento delle barriere architettoniche sarà composta da una piattaforma che potrà trasportare gli utenti con compromissioni fisiche e le carrozzine dal pian terreno al piano superiore. Questa piattaforma sarà, inoltre, dotata di vetri trasparenti di sicurezza che permettano anche a chi si trova all’esterno di poter vedere dentro la struttura così che, nell’eventualità in cui
l’ascensore si blocchi, il soggetto disabile all’interno possa essere aiutato con maggiore facilità senza scatenare situazioni di panico o di ansia e possa essere raggiunto tramite la scala circostante, dalla quale si potrà intervenire in maniera tempestiva.

OBIETTIVI

  • Garantire a minori abbandonati di perseguire una giovinezza e una maturità serena e costruttiva, sviluppando a pieno le proprie potenzialità mediante il miglioramento delle condizioni logistiche attuali. Si intende ristrutturare e riqualificare l’ambiente abitativo adeguandolo al pieno raggiungimento dell’obiettivo sia a livello umano (spazi utili alla privacy e a momenti comunitari) sia a livello logistico (spazi ampi e numerosi all’interno ed all’esterno funzionali ad attività già presenti e a nuovi progetti educativi);
  • Creare un ambiente sicuro e privo di barriere architettoniche adatto alla crescita dei minori in affido e per il lavoro dell’equipe educativa attraverso varie misure e, in particolare, attrezzature che permettano una adeguata accoglienza all’interno della casa e consentano a bambini e ragazzi di potersi muovere e vivere liberamente;
  • Aumentare l’offerta della comunità familiare offrendo nuovi servizi destinati a giovani che si affacciano all’età adulta per rispondere in maniera più adeguate a nuove esigenze riscontrate favorendo la maturazione dell’autonomia e l’assunzione di responsabilità da parte di giovani adulti;
  • Sostenere la socializzazione e la partecipazione alla vita comunitaria di minori e giovani adulti, in particolare di bambini autistici o con disabilità;
  • Sensibilizzazione e formazione dei cittadini del territorio circostante alla Casa Famiglia su temi legati all’accoglienza e all’inclusione.

BENEFICIARI

I beneficiari del progetto sono minori che vivono una condizione di separazione dalla famiglia d’origine conseguentemente a un decreto di allontanamento emesso dal Tribunale dei Minori. I minori verranno accolti nella nuova casa e ciò permetterà loro di vivere un’esperienza di reale vita familiare in un contesto protetto e adeguato alle loro esigenze di bambini e ragazzi. Tra quest’ultimi risultano beneficiari diretti anche bambini e ragazzi con
disabilità fisiche e mentali che necessitano di adeguate attrezzature per poter vivere in un ambiente sicuro e che gli permettano di potersi spostare liberamente.

Risultano beneficiari indiretti del progetto, innanzitutto, i membri delle famiglie dei disabili, i quali potranno accompagnare i figli in stanza con ascensore e vedere in prima persona i benefici che un ambiente accogliente e inclusivo può avere sulla salute mentale e fisica del soggetto; in secondo luogo, saranno beneficiali indiretti tutti i componenti della comunità (intesa come scuole, associazioni, ASL, professionisti del settore, giovani…) che trarranno grande beneficio dalla presenza di un nuovo luogo di accoglienza che nel tempo si aprirà sempre di più offrendo servizi specifici (micro nido, case per l’autonomia, programmazione di incontri…) e creando esperienze di cittadinanza attiva, attraverso esperienze di volontariato con i bambini accolti.

MONITORAGGIO

Per la ristrutturazione e la riqualificazione dell’intera cascina, e quindi anche della costruzione dell’ascensore, il cui progetto è stato pensato su misura dei beneficiari, si nominerà un referente interno all’associazione incaricato di seguire i lavori edili secondo le tempistiche del progetto esecutivo. Verranno utilizzati come strumenti di monitoraggio incontri con l’impresa edile due volte a settimana per la valutazione della qualità e delle tempistiche dei lavori.

Per il monitoraggio del miglioramento delle condizioni ambientali ed educative per i minori sarà formata un’equipe interdisciplinare composta dai genitori affidatari, un coordinatore, educatori, assistenti sociali e psicologi, che incontrerà periodicamente i minori e i giovani. Oggetto degli incontri d’equipe saranno:

  • l’analisi dei singoli progetti educativi
  • il monitoraggio delle relazioni interne alla Casa Famiglia ed esterne (scuola, lavoro, ambiti sociali…)

Con scadenza mensile saranno realizzati incontri all’interno della casa come momento collettivo di condivisione e riflessione sull’esperienza con i diretti interessati. Ruolo dell’equipe sarà anche quello di tessere e mantenere vive le reti territoriali ed il collegamento con la vita precedente l’ingresso nella casa e la quotidianità all’interno della stessa.

Verranno somministrati ex ante, in itinere e post progetto dei questionari ai beneficiari sia per un’autovalutazione del percorso svolto, sia per l’accertamento della soddisfazione del servizio offerto con la richiesta di suggerimenti da parte loro.

RISULTATI ATTESI

1. Costruzione di spazi individuali e comuni idonei all’accoglienza dei beneficiari.

Indicatori:

  • rispetto delle tempistiche stabilite
  • n° di stanze ristrutturate
  • questionario di soddisfazione degli utenti

2. Creazione di un ambiente sano e sicuro

Indicatori:

  • minor numero di patologie allergiche rilevabili da visita medica allergologica semestrale
  • minor grado di umidità verificabile tramite un rilevatore di temperatura e umidità interna

3. Maggiore consapevolezza sul territorio in merito all’affido familiare e all’accompagnamento educativo dei minori in difficoltà

Indicatori:

  • N° incontri tenuti in merito
  • N° partecipanti ad ogni incontro
  • Questionario di gradimento

SOSTENIBILITÀ FUTURA

L’acquisto dell’immobile, ora possesso patrimoniale della Casa Famiglia, è stato reso possibile da donazioni di privati, dalla concessione di un mutuo ventennale e dalle risorse dei fondatori.
Il progetto di ristrutturazione, che godrà in buona parte dei benefici fiscali del Superbonus 110%, verrà finanziato grazie ai proventi dell’attività ordinaria, alle donazioni di privati e da una campagna di raccolta fondi da enti pubblici e privati. Il progetto può anche contare su diverse fonti non solo di fundraising, ma anche di fundsaving:

  • Risparmio sulle spese attuali per manutenzione ordinaria e straordinaria della casa (nel bilancio 2019 le spese di manutenzione sono state pari ad € 26.000);
  • Recupero del costo di affitto, da destinare al sostegno delle attività educative per i bambini (€ 6.000)
  • Recupero parziale delle spese delle utenze varie;
  • Maggiori entrate da contributi comunali per l’accoglienza dei minori, attraverso l’adeguamento delle convenzioni attualmente in essere;
  • Realizzazione di accordi di sponsorizzazioni con imprese accuratamente identificate nel territorio e con un interesse nell’attività proposta andando così a risparmiare su costi vivi del progetto.

Inoltre la proposta della casa Famiglia Betania prevede la costituzione di un gruppo di Garanti che, fatti propri i principi e i valori ispiratori, siano pronti a scegliere fra diverse modalità di adesione tra loro complementari e certamente non alternative:

  • Economica: sostegno alle necessità dell’Associazione con particolare riferimento agli ambiti in cui si concretizzerà il progetto;
  • Relazionale: progressivo coinvolgimento di persone di propria conoscenza che, a diverso titolo, potranno partecipare alle varie iniziative
  • Professionale: disponibilità di tempo e competenze per il conseguimento degli obiettivi indicati;

BUDGET

Spese costruzione piattaforma
(fornitura e installazione personale)
18.250,00 + IVA di Legge
22.265,00
Costruzione cabina con parete
laterale in vetro
10.770,00 + IVA di Legge
13.139,40
TOTALE 35.404,40