Inclusione e ospitalità per soggetti socialmente disagiati

Ampliamento  dell’ offerta di accoglienza nostra Casa a soggetti socialmente disagiati , tra cui: adulti in difficoltà, mamme con bimbo, minori dopo il proseguo amministrativo non ancora pronti per il reinserimento nella società

Descrizione del progetto

Contesto

Come evidenziato dal Piano di Zona 2021-2023 dell’Ambito 9 (Bassa Bresciana Centrale), si riscontra una crescente vulnerabilità di alcune fasce della popolazione con la conseguente fatica a mantenere l’alloggio. L’offerta abitativa pubblica appare satura, con alloggi che necessitano di ristrutturazione.

Anche a seguito dell’impatto della pandemia da Covid-19 e ad una condizione occupazionale che ha subito pesanti ricadute specialmente sulle fasce di popolazione più fragili in isolamento sociale, aumentano le situazioni di morosità, sfratto e pignoramenti. Inoltre, l’incremento della percentuale di stranieri, l’invecchiamento della popolazione e la crescente presenza di famiglie mononucleari hanno portato ad una crescita della domanda di alloggio. Questi elementi determinano un crescente bisogno di politiche abitative che rispondano maggiormente alle necessità del presente: c’è forte bisogno di risposte multiservizio (pubbliche e private), ovvero il sistema deve essere connesso non solo con i servizi sociali e le politiche di welfare, ma anche integrare cooperative e associazioni che possano svolgere un ruolo fondamentale per le situazioni di emergenza che richiedono tempi burocratici troppo lunghi ma che non possono risolvere il problema da un punto di vista pratico e nel breve termine. Realtà come cooperative e associazioni di volontariato hanno il compito di fornire nell’immediato risposte inclusive e supportare una transizione efficace verso un futuro più dignitoso per persone in estrema difficoltà lavorativa, sociale ed economica.

I dati sul reddito di cittadinanza e quelli forniti dall’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona di Brescia (Ambito 9) e dalla Caritas portano alla luce che le persone in situazioni di maggiore bisogno sono coloro che vivono da soli: un servizio di pronto intervento finalizzato alle persone sole (o alle mamme sole con bambino a carico) ha lo scopo di diminuire l’incidenza di tale situazione. Cooperative e associazioni di volontariato, e in generale tutte le realtà del Terzo Settore, sono fondamentali per fronteggiare una situazione sempre più allargata di disagio e povertà. Formare una rete più solida fra Terzo Settore e politica favorirebbe l’accoglienza delle richieste di aiuto e avrebbe un impatto positivo sulla gestione degli spazi di ospitalità.

I dati evidenziano che le politiche abitative sono recepite da utenti e associazioni familiari come un sistema “troppo burocratizzato”. Essi sottolineano l’esigenza di una presa in carico integrata, dove la persona veda accolta la propria fragilità nel suo complesso: sono necessarie misure efficaci e immediate a bisogni complessi che rispondano ad un bisogno di accoglienza e inclusione e che siano scevre da una “burocraticità” che rende i servizi lenti e spesso incomprensibili. È necessaria, perciò, una maggiore flessibilità di intervento: il presente progetto propone la creazione di uno spazio di azione che nasce da un bisogno di accoglienza sempre più pressante.

In quest’ottica, la comunità familiare Casa Betania di Maria ODV si attiva in quanto piccola realtà locale che rappresenta la Comunità e che possa agire nella presa in carico di situazioni di emergenza nell’ambito delle proprie competenze, diventando un punto di riferimento importante – come è già per i minori che ospita – per coloro che si sentiranno accolti, ascoltati e orientati verso un futuro più dignitoso. L’attivazione di un servizio in grado di fornire un alloggio temporaneo atto all’accompagnamento di soggetti fragili verso maggiore benessere e autonomia, ha lo scopo di inserirsi e rafforzare una strategia di rete dove enti locali, cooperative, servizi sociali e Tribunale dei Minori siano coinvolti a livello territoriale nella strategia dei bisogni. Questa proposta di progetto sottolinea l’importanza che la società civile riveste nei processi di inclusione, in un contesto storico che vede acutizzarsi la condizione di vulnerabilità dei cittadini in condizioni di svantaggio. È fondamentale confrontarsi e agire per rafforzare le capacità di azione della società civile affinché essa abbia gli strumenti e le competenze per rendere più efficace il proprio agire in risposta ai bisogni “dell’altro”.

Ente preponente

Casa Famiglia Betania di Maria ODV è un’associazione di volontariato nata nel 2010. L’attività della Casa Famiglia è principalmente rivolta a minori in difficoltà o allontanati dalle proprie famiglie su disposizione del tribunale dei minori, che vengono secondo uno specifico progetto educativo. È una Comunità familiare che accoglie 6 minori: il numero limitato di ospiti consente di stabilire relazioni profonde, facendo sì che si concretizzi un ambiente familiare stabile e concreto, nel quale i ragazzi hanno la possibilità di sperimentare la dimensione di rapporti affettivamente significativi. Essi vengono infatti aiutati a sostenere la fatica della lontananza dal nucleo familiare e a instaurare un legame genitoriale rigenerato, teso a recuperare una dimensione di maggiore equilibrio e autonomia con l’obiettivo del ricongiungimento familiare. Tale approccio consente di evitare il fenomeno della fuga e mantenere il rapporto con i ragazzi anche dopo la loro uscita dalla comunità.

In base al metodo sopra descritto, che in più di 10 anni di attività è risultato vincente verso la protezione del minore, la promozione della sua educazione e la realizzazione della sua personalità, con questo progetto la Casa Famiglia propone di sperimentare nuove strategie per contenere la vulnerabilità sociale, ampliando la propria offerta di accoglienza verso soggetti maggiorenni in situazioni di fragilità. Questo progetto è destinato a persone di entrambi i sessi socialmente fragili e/o a rischio di emarginazione che necessitano di un alloggio temporaneo. È possibile anche accogliere persone con problematiche fisiche e di deambulazione, in quanto la struttura non presenterà nessun tipo di barriera architettonica e sarà completamente adeguata per coloro che sono portatori di disabilità fisica.

Casa Betania di Maria si avvale della presenza di diverse professionalità che già operano nella stessa (n. 2 Educatore, n. 1 Psicologo supervisore di progetto, n. psicoterapeuta, n. 1 obiettore di coscienza). Sono presenti 20 volontari che aiutano, supportano e completano il lavoro degli operatori professionali, soprattutto per quanto riguarda il supporto in alcune attività specifiche con i ragazzi e attività generali riguardanti la gestione della Casa nei suoi aspetti pratici (per esempio pulizia, preparazione di pranzi e cene, mantenimento generale)

OBIETTIVO GENERALE

Avendo completato l’acquisto della cascina a Verolanuova nel Marzo del 2021  e portandone avanti la ristrutturazione, la Casa Famiglia propone di inserire 2 camere destinate all’ospitalità di ragazzi già ospiti fino al compimento della maggiore età nella comunità e/o persone maggiorenni che si trovano in una situazione di fragilità e necessitano di un’accoglienza di emergenza. Il numero massimo di ospiti relativi al presente progetto sarà di 4. Queste camere subiranno interventi di adeguamento, ristrutturazione e arredamento, in modo da risultare appropriate e usufruibili a chi le abiterà.

Il bisogno a cui il progetto intende rispondere è quello di mettere a disposizione di persone che versano in condizioni di svantaggio, e che hanno un bisogno immediato di trovare una sistemazione temporanea, uno spazio all’interno della cascina di Verolanuova (BS). Questo progetto consiste in un ampliamento dei servizi già esistenti, in quanto ci si propone di diversificare l’offerta di accoglienza dei minori già presenti. Lo scopo è quello di fornire ai cittadini fragili della provincia di Brescia una risposta abitativa, abbinata ad aiuti svolti da personale qualificato affinché gli ospiti possano trovare maggiore benessere durante e dopo tale periodo di transizione. In questo contesto, l’ampliamento dell’offerta consiste in un servizio di pronto intervento abitativo. Questo progetto  ha lo scopo di realizzare, attraverso lavori di adeguamento e ristrutturazione, 2 camere apposite per il servizio di pronto intervento abitativo all’interno della cascina.

L’efficacia del progetto verrà massimizzata grazie alla presenza di un numero elevato di volontari che già operano nella Casa-Famiglia. I valori di giustizia, altruismo e gratuità avranno quindi primaria importanza nell’ambito di questo progetto, come in tutti quelli portati avanti in questo contesto. La solidarietà è alla base dello sviluppo sociale e del
funzionamento efficace della Casa-Famiglia, perciò includere volontari nelle attività di progetto generali e specifiche (ci si avvarrà di un volontario per il corso di cucina) sarà un valore basilare non solo da un punto di vista etico ma anche economico, in quanto si avrà la possibilità di ammortizzare i costi di progetto.

Sostenibilità dell’intervento

Al termine del progetto, affinché le attività implementate durante la sua durata possano continuare nel futuro, Casa Betania di Maria ODV si preoccuperà di trovare altri finanziamenti pubblici e utilizzerà i propri utili.

Solidità finanziaria

L’acquisto dell’immobile, ora possesso patrimoniale della Casa Famiglia, è stato reso possibile grazie alle donazioni di privati, alla concessione di un mutuo ventennale da parte di Banca Intesa San Paolo e alle risorse dell’associazione e dei due coniugi fondatori. Il progetto di ristrutturazione, che godrà in buona parte dei benefici fiscali del Superbonus 110 ( già deliberato )e  verrà finanziato grazie ai proventi dell’attività ordinaria, alle donazioni di privati e da una campagna di raccolta fondi da enti pubblici e privati. Il risparmio sulle spese attuali ha permesso la manutenzione ordinaria e straordinaria della casa (nel bilancio 2019 le spese di manutenzione sono state pari a €26.000); il recupero del costo di affitto permetterà di destinare €6.000 ad altre attività (educative o di ristrutturazione); il costo delle utenze sarà recuperato, in quanto la nuova struttura sarà dotata di strumenti di efficientamento energetico (pannelli solari con batterie di accumulo, pozzo interrato per recupero e riciclo acqua piovana, isolamento termico, ecc.); attraverso l’adeguamento delle convenzioni attualmente in essere con i comuni invianti.

DESTINATARI

  1. Adulti in condizione di fragilità (donne con bambino; senzatetto; persone sfruttate, ecc.) che hanno bisogno di una sistemazione di emergenza
  2. Ragazzi attualmente ospiti in Casa Betania, che hanno appena compiuto o stanno per compiere la maggiore età ma non hanno più formalmente diritto alla copertura da parte della Casa Famiglia. Prima del loro definitivo trasferimento in un’altra sede, hanno bisogno di essere ulteriormente accompagnati e sostenuti al fine del raggiungimento di una propria autonomia abitativa e psicologica.

Entrambe le categorie sopracitate sono soggetti svantaggiati, che presentano condizioni di fragilità e debolezza a causa di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali e familiari. La condizione di svantaggio può essere dovuta anche a fattori socio-relazionali come nel caso dei detenuti, migranti o rifugiati per motivi politici. Le condizioni di svantaggio possono essere provvisorie, ovvero riferibili ad un soggetto per un determinato periodo di tempo (ad esempio i detenuti o i soggetti privi di mezzi di sussistenza) oppure possono essere condizioni permanenti (ad esempio la condizione di disabilità derivante da fattori fisici o psichici non curabili); inoltre, esse possono caratterizzare l’individuo sotto più profili (si pensi alla persona in condizione di disabilità priva di mezzi di sussistenza).

OBIETTIVI

Obiettivi qualitativi:

L’inserimento abitativo temporaneo ha l’obiettivo di sostenere una persona in condizione di svantaggio e renderle possibile, a seconda dei casi,

1) una maggiore condizione di benessere psico/fisico, 2) un’adeguata formazione che la accompagni verso una maggiore autonomia in vista dell’età adulta, 3) la ricerca di un impiego lavorativo, in un ambiente accogliente e inclusivo

La formazione all’autonomia e la ricerca di lavoro rappresentano i principali strumenti per condurre una vita dignitosa in grado di soddisfare i bisogni primari dell’individuo, e come ambito di realizzazione e di affermazione nel contesto sociale in cui ci si inserisce. Tramite questo progetto e i corsi di formazione per accompagnamento all’autonomia che propone di realizzare, i ragazzi di Casa Betania che hanno da poco compiuto la maggiore età, avranno modo di sviluppare la propria personalità con riguardo a diverse sfere della vita personale e sociale, tra cui la formazione, il lavoro e l’accesso a prestazioni sanitarie e assistenziali. Un percorso di accompagnamento alla vita indipendente della durata variabile a seconda del bisogno della persona, è fondamentale per accompagnare i ragazzi verso un futuro appagante e gratificante.

L’elemento portante della proposta di progetto è un ambiente adeguato ed accogliente nel quale:

a) Garantire un accompagnamento abitativo nonché formativo, finalizzato ad un’autonomia abitativa mediante interventi di sostegno a contenimento e superamento delle difficoltà.

b) Sperimentare forme concrete di vita autonoma, seppur nella convivenza con altri ospiti.

c) Favorire l’integrazione e l’inclusione sociale.

La concezione fortemente consolidata della Casa Famiglia Betania non è l’abitare come pura assegnazione di alloggi, ma è servizio alla persona come individuo che vive un insieme complesso di fragilità e deve essere supportata a 360 gradi, grazie all’apporto di figure professionali che abbiano a cura il suo benessere psico-fisico e che stimolino la sua capacità di progettare una propria vita autonoma.

Obiettivi quantitativi:

  • 2 camere apposite per il servizio di pronto intervento abitativo all’interno della cascina, per ospitare persone maggiorenni che versano in condizioni di fragilità
  •  Corsi di formazione per la guida all’autonomia sui seguenti temi:

– Educazione alla sessualità

– Corso di cucina

– Corso di educazione fisica

– Corso di economia domestica

Personale qualificato da inserire nelle attività di progetto:

– N. 1 Educatore/assistente all’autonomia

– N. 1 Psicologi

– N. 1 Cuoco

– N. 1 Addetti alle pulizie

RISULTATI ATTESI

  • Ampliamento del servizio di accoglienza verso adulti in situazioni di fragilità sociale.
  • Ristrutturazione e adeguamento di 2 locali.
  • Acquisizione e/o potenziamento di conoscenze e di abilità.
  • Acquisizione di specifiche competenze per essere in grado di costruire un proprio futuro autonomo e indipendente.
  • Fortificazione del senso di inclusione e rispetto dell’altro, acuiti dalla convivenza fra realtà diverse.
  • Sviluppo di abilità sociali che consentano l’interazione con l’altro.
  • Uso qualitativo del proprio tempo libero.

LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO

Casa Betania di Maria ODV, attualmente situata a Verolavecchia (BS), ha individuato in una nuova sede a Verolanuova, un comune a 500 metri di distanza. Questa struttura è più ampia ed è in grado di rispondere a tutte le esigenze e le norme necessarie per ospitare non solo la comunità familiare già esistente, ma può anche offrire nuovi spazi dedicati all’accoglienza di coloro che terminano il percorso nella comunità e di persone adulte che versano in condizioni di fragilità sociale ed economica. La nuova sede a Verolanuova, inoltre, rappresenta un cambiamento positivo per la Casa Famiglia in quanto l’associazione si appoggia per la maggior parte dei servizi nel suddetto comune (scuola, associazione sportiva, oratorio, studio medico, ecc.).

Strutturata come le antiche cascine, la nuova sede ha un corpo padronale davanti al quale si estende una corte di circa 500 mq, di fronte alla quale c’è un’area verde di circa 300 mq opportunamente recintata. Avendo dimensioni superiori rispetto alla sede di Verolavecchia, la cascina offre maggiore spazio di movimento a tutti i componenti della comunità, sia all’interno che all’esterno della struttura, tanto da poterne ospitare altri ed ampliare la propria offerta di accoglienza. Il corpo padronale si articola su due livelli: il piano terra è dotato di luoghi ampi e confortevoli e sarà dedicato alle attività collettive e di socializzazione oltre che agli spazi di servizio (quali un’ampia cucina e un ambiente lavanderia). Il piano superiore sarà invece dedicato alle camere da letto e da 4 bagni di cui uno per disabili che avranno in dotazione quanto necessario per una permanenza confortevole, accogliente e adeguata

TEMPISTICA PROGETTO

Inizio progetto: settembre 2022
Fine progetto: settembre 2023

ATTIVITA’

Ristrutturazione/adeguamento delle seguenti:

  • Ristrutturazione di 2 camere per ospitalità di 4 persone maggiorenni
  • Ampliamento cucina ( piastra a induzione e lavello)

n. 3 corsi specifici per la guida all’autonomia sui seguenti temi:

  • Educazione alla sessualità
  • Corso di cucina
  • Educazione fisica

BUDGET

Budget-1

Si impara da piccoli a diventare grandi

PRESENTAZIONE DELL’ENTE

Casa Famiglia Betania di Maria è una comunità familiare rivolta a minori in difficoltà o senza famiglia, secondo uno specifico progetto educativo; accoglie fino a 6 minori con un progetto di accoglienza personalizzato su ogni singolo caso.

L’esperienza ormai decennale della Casa Famiglia Betania di Maria rappresenta la sintesi di due forme: l’affido familiare e la comunità residenziale. Infatti essa è gestita da una coppia genitoriale con figli propri, aiutata da figure professionali esperte con supervisione periodica da parte di una psicologa accreditata; ciò consente di stabilire relazioni più significative, ma ugualmente professionali.

I primi passi sono stati fatti in due, ma l’accoglienza a casa Betania di Maria è in continua evoluzione:

  • nel 2009 i coniugi Luca e Stefania Pedroni, genitori di due bambini e infermieri specializzati, sentono l’esigenza di fare qualcosa per i minori che si trovano in condizione di disagio, sofferenza e abbandono;
  • nel 2010 fondano Casa Famiglia Betania di Maria con sede a Verolavecchia. Lavorano insieme a una psicologa e accolgono i primi 3 ragazzi;
  • nel 2012, con il supporto di una pedagogista esperta, avviano alcuni progetti nelle scuole elementari limitrofe;
  • nel 2013 Luca e Stefania decidono di diventare i genitori affidatari di tre bambini già ospiti della comunità e
  • nello stesso anno accolgono giovani in stato di gravidanza, ragazze madri e minori con problematiche di tipo psichiatrico, quali disturbi dello spettro autistico e disabilità mentale;
  • nel 2020, a 10 anni dalla sua nascita, l’associazione si fa carico di 15 persone e offre supporto di sostegno post comunità per i ragazzi dimessi.

L’ambiente familiare rappresenta l’elemento fondamentale e distintivo. Nella comunità si realizza un’esperienza di vita familiare stabile e concreta e i ragazzi sperimentano la dimensione di un rapporto affettivamente significativo. Vengono aiutati a sostenere la fatica della lontananza dal nucleo familiare e a instaurare un legame genitoriale rigenerato, teso a recuperare una dimensione di maggiore equilibrio e autonomia con l’obiettivo del ricongiungimento familiare. La forza di questo approccio, personalizzato e duraturo, consente di evitare il fenomeno della fuga e mantenere il rapporto con i ragazzi anche dopo l’uscita dalla comunità.

CONTESTO E BISOGNO

Chi sono i minori in situazione di disagio o tutela?

In Italia i bambini e i ragazzi (0-17 anni) che vivono una condizione di separazione dalla famiglia d’origine conseguentemente a un decreto di allontanamento emesso dal Tribunale dei Minori risultano 26.615 pari al 2,7 x 1.000 della popolazione minorile totale; possono essere inseriti in due percorsi:

  • affidamento in famiglia
  • inserimento in Comunità Residenziali

Rispetto al tempo, l’affido familiare dura più a lungo, mentre l’inserimento in comunità spesso si riduce a meno di un anno per svariati motivi, tra cui il compimento della maggiore età (fonte: Lombardiasociale.net). In Italia il 47% dei bambini si trova in comunità residenziale (onere mensile per minore pari a € 3.000 a mese); mentre il 53% dei bambini si trova in affido familiare (onere mensile per minore pari a € 500 a mese). In Lombardia i minori fuori famiglia sono 4.200; a differenza della situazione nazionale si registra un numero maggiore di bambini (0-5 anni) in comunità residenziali rispetto a quelli in affido familiare.

Nel Comune di Brescia, infine, i minori in tutela presi in carico nel 2018 sono stati 1.075, 111 in più rispetto al 2016 e 30 in più rispetto al 2017, in maggioranza italiani (fonte: Comune di Brescia).

Per rispondere sempre meglio alle esigenze dei minori in difficoltà e per fronteggiare le richieste sempre maggiori dei servizi sociali, Casa Famiglia Betania di Maria ha avvertito l’urgenza di avere spazi più adatti alle esigenze educative e sociali dei bambini accolti, in particolare quelli con disabilità, permettendo anche di implementare attività di avvicinamento alla famiglia di origine; per questo ha acquistato una cascina a Verolanuova (BS) e desidera intraprendere un progetto di ristrutturazione per trasferirvi la sede della Comunità.

Data l’attuale presenza di bambini con problematiche di carattere psicosociale e affettivo, dovute al distaccamento con la famiglia d’origine e di bambini che presentano disabilità o comportamento e pensiero autistico, è necessario che la nuova struttura sia dotata di tutte le attrezzature atte a garantire la sicurezza mentale e fisica degli ospiti: quindi una casa nuova accessibile, sostenibile, funzionale e sicura. La ricerca del luogo adatto è stato un percorso condiviso e partecipato con la comunità che ha richiesto un anno di ricerca e progettazione: la casa, progettata per garantire qualità acustica e illuminazione naturale, con un sistema di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) per il ricambio di aria e la climatizzazione e con pannelli fotovoltaici sul tetto, avrà una struttura all’avanguardia, a basso impatto ambientale e con ridotti consumi di energia.

La nuova casa, molto più grande e spaziosa dell’attuale, permetterà ai genitori affidatari e fondatori di Casa Betania, di aumentare implementare le accoglienze e l’offerta educativa con nuovi servizi destinati a bambini e giovani per rispondere in maniera più adeguate alle nuove esigenze riscontrate dai servizi sociali.

PROGETTO

L’ambiente familiare rappresenta l’elemento fondamentale e distintivo, nel quale i bambini accolti vengono aiutati a sostenere la fatica della lontananza dal nucleo familiare e ad instaurare un legame genitoriale rigenerato, teso a recuperare una dimensione di maggiore equilibrio e autonomia con l’obiettivo del ricongiungimento familiare.

L’attuale casa di Verolavecchia, oltre ad essere inadeguata al movimento dei bambini, in particolare quelli con che presentano grave disagio psico-fisico, richiede continui lavori di manutenzione e di messa in sicurezza, dovuti, non solamente all’età della struttura, ma, anche, all’arrivo di bambini e ragazzi che presentano costantemente problematiche e necessità differenti. Per questo l’esigenza di cercare una nuova soluzione abitativa che possa non solo permettere una migliore accoglienza ma anche di utilizzare i fondi destinati
alla attuale manutenzione della struttura al sostegno di attività educative di cui i bambini necessitano.

Strutturata come le antiche cascine, la proprietà ha un corpo padronale davanti al quale si estende una corte di circa 500 mq chiusa da un ulteriore struttura e circondata da un’area verde di circa 300 mq. Il corpo padronale si articola su due livelli; il piano terra è dotato di luoghi ampi e confortevoli e sarà dedicato alle attività collettive e di socializzazione, oltre che agli spazi di servizio (quali un’ampia cucina e un ambiente lavanderia), mentre il piano
superiore sarà dedicato alle camere da letto di bambini e ragazzi che avranno in dotazione quanto necessario per una permanenza confortevole e accogliente.

La cascina ristrutturata offrirà maggior spazio per poter accogliere più bambini e maggior spazio di movimento a tutti i componenti della famiglia in special modo ai più piccoli che disporranno di più libertà sia all’interno che all’esterno della struttura e ambienti funzionali alle diverse attività della comunità familiare (sala giochi, sala studio, sala informatica…).

La casa, inoltre, è pensata a impatto ambientale quasi zero (“casa passiva”) attraverso l’utilizzo di pannelli fotovoltaici. Verrà munita di sistemi e dispositivi atti a garantire la maggiore sicurezza possibile su vari fronti: sistema antisismico, free gas, sistema di sorveglianza e cinta di sicurezza in prossimità delle strade carrabili. La nuova cascina dovrà, quindi, essere accessibile, sostenibile, funzionale e sicura.

La struttura sarà preparata e attrezzata con qualsiasi strumento che possa garantire la piena inclusione dei soggetti che la abiteranno: sarà dotata sin da subito di tutte le attrezzature necessarie per poter rispondere il meglio possibile alle esigenze dei bambini, in particolare per i più disagiati come un bagno per disabili sia al pian terreno che nella zona notte e di un ascensore con cabina adatta all’ingresso di carrozzine, che agevoli lo spostamento all’interno della struttura oltre all’accesso alla zona notte situata al piano superiore (senza il quale sarebbe preclusa in quanto l’unica via di accesso a tale piano è rappresentato dalla scala padronale).

Inoltre ogni angolo della casa sarà dotata di protezioni adeguate a garantire la sicurezza dei bambini come ad esempio l’installazione di cancelletti di protezione per impedire l’accesso solitario alle scale.

Costruzione ascensore

Oltre alla scala padronale è indispensabile la costruzione di un ascensore adeguato al trasporto di persone con disabilità. Partendo dalla circostanza che garantire accessibilità alle strutture costituisce espressione di un principio di solidarietà sociale e persegue finalità di carattere generale, l’associazione vorrebbe migliorare l’autonomo accesso alla
struttura per la persona disabile, implementando una piattaforma mobile che attenuerebbe sensibilmente le condizioni di disagio che una persona disabile avrà nella fruizione dell’intera struttura residenziale perché permetterà di raggiungere in maniera autonoma il piano superiore dell’edificio senza alcun supporto di terze persone.

Attualmente il secondo piano non è accessibile da un bambino disabile che è costretto ad usare una scala interna molto ripida composta da gradini di diverse altezze che rendono pericolosa la discesa e la salita per chi ha compromissioni fisiche.

La strumentazione per disabili di cui l’associazione vuole dotarsi per il superamento delle barriere architettoniche sarà composta da una piattaforma che potrà trasportare gli utenti con compromissioni fisiche e le carrozzine dal pian terreno al piano superiore. Questa piattaforma sarà, inoltre, dotata di vetri trasparenti di sicurezza che permettano anche a chi si trova all’esterno di poter vedere dentro la struttura così che, nell’eventualità in cui
l’ascensore si blocchi, il soggetto disabile all’interno possa essere aiutato con maggiore facilità senza scatenare situazioni di panico o di ansia e possa essere raggiunto tramite la scala circostante, dalla quale si potrà intervenire in maniera tempestiva.

OBIETTIVI

  • Garantire a minori abbandonati di perseguire una giovinezza e una maturità serena e costruttiva, sviluppando a pieno le proprie potenzialità mediante il miglioramento delle condizioni logistiche attuali. Si intende ristrutturare e riqualificare l’ambiente abitativo adeguandolo al pieno raggiungimento dell’obiettivo sia a livello umano (spazi utili alla privacy e a momenti comunitari) sia a livello logistico (spazi ampi e numerosi all’interno ed all’esterno funzionali ad attività già presenti e a nuovi progetti educativi);
  • Creare un ambiente sicuro e privo di barriere architettoniche adatto alla crescita dei minori in affido e per il lavoro dell’equipe educativa attraverso varie misure e, in particolare, attrezzature che permettano una adeguata accoglienza all’interno della casa e consentano a bambini e ragazzi di potersi muovere e vivere liberamente;
  • Aumentare l’offerta della comunità familiare offrendo nuovi servizi destinati a giovani che si affacciano all’età adulta per rispondere in maniera più adeguate a nuove esigenze riscontrate favorendo la maturazione dell’autonomia e l’assunzione di responsabilità da parte di giovani adulti;
  • Sostenere la socializzazione e la partecipazione alla vita comunitaria di minori e giovani adulti, in particolare di bambini autistici o con disabilità;
  • Sensibilizzazione e formazione dei cittadini del territorio circostante alla Casa Famiglia su temi legati all’accoglienza e all’inclusione.

BENEFICIARI

I beneficiari del progetto sono minori che vivono una condizione di separazione dalla famiglia d’origine conseguentemente a un decreto di allontanamento emesso dal Tribunale dei Minori. I minori verranno accolti nella nuova casa e ciò permetterà loro di vivere un’esperienza di reale vita familiare in un contesto protetto e adeguato alle loro esigenze di bambini e ragazzi. Tra quest’ultimi risultano beneficiari diretti anche bambini e ragazzi con
disabilità fisiche e mentali che necessitano di adeguate attrezzature per poter vivere in un ambiente sicuro e che gli permettano di potersi spostare liberamente.

Risultano beneficiari indiretti del progetto, innanzitutto, i membri delle famiglie dei disabili, i quali potranno accompagnare i figli in stanza con ascensore e vedere in prima persona i benefici che un ambiente accogliente e inclusivo può avere sulla salute mentale e fisica del soggetto; in secondo luogo, saranno beneficiali indiretti tutti i componenti della comunità (intesa come scuole, associazioni, ASL, professionisti del settore, giovani…) che trarranno grande beneficio dalla presenza di un nuovo luogo di accoglienza che nel tempo si aprirà sempre di più offrendo servizi specifici (micro nido, case per l’autonomia, programmazione di incontri…) e creando esperienze di cittadinanza attiva, attraverso esperienze di volontariato con i bambini accolti.

MONITORAGGIO

Per la ristrutturazione e la riqualificazione dell’intera cascina, e quindi anche della costruzione dell’ascensore, il cui progetto è stato pensato su misura dei beneficiari, si nominerà un referente interno all’associazione incaricato di seguire i lavori edili secondo le tempistiche del progetto esecutivo. Verranno utilizzati come strumenti di monitoraggio incontri con l’impresa edile due volte a settimana per la valutazione della qualità e delle tempistiche dei lavori.

Per il monitoraggio del miglioramento delle condizioni ambientali ed educative per i minori sarà formata un’equipe interdisciplinare composta dai genitori affidatari, un coordinatore, educatori, assistenti sociali e psicologi, che incontrerà periodicamente i minori e i giovani. Oggetto degli incontri d’equipe saranno:

  • l’analisi dei singoli progetti educativi
  • il monitoraggio delle relazioni interne alla Casa Famiglia ed esterne (scuola, lavoro, ambiti sociali…)

Con scadenza mensile saranno realizzati incontri all’interno della casa come momento collettivo di condivisione e riflessione sull’esperienza con i diretti interessati. Ruolo dell’equipe sarà anche quello di tessere e mantenere vive le reti territoriali ed il collegamento con la vita precedente l’ingresso nella casa e la quotidianità all’interno della stessa.

Verranno somministrati ex ante, in itinere e post progetto dei questionari ai beneficiari sia per un’autovalutazione del percorso svolto, sia per l’accertamento della soddisfazione del servizio offerto con la richiesta di suggerimenti da parte loro.

RISULTATI ATTESI

1. Costruzione di spazi individuali e comuni idonei all’accoglienza dei beneficiari.

Indicatori:

  • rispetto delle tempistiche stabilite
  • n° di stanze ristrutturate
  • questionario di soddisfazione degli utenti

2. Creazione di un ambiente sano e sicuro

Indicatori:

  • minor numero di patologie allergiche rilevabili da visita medica allergologica semestrale
  • minor grado di umidità verificabile tramite un rilevatore di temperatura e umidità interna

3. Maggiore consapevolezza sul territorio in merito all’affido familiare e all’accompagnamento educativo dei minori in difficoltà

Indicatori:

  • N° incontri tenuti in merito
  • N° partecipanti ad ogni incontro
  • Questionario di gradimento

SOSTENIBILITÀ FUTURA

L’acquisto dell’immobile, ora possesso patrimoniale della Casa Famiglia, è stato reso possibile da donazioni di privati, dalla concessione di un mutuo ventennale e dalle risorse dei fondatori.
Il progetto di ristrutturazione, che godrà in buona parte dei benefici fiscali del Superbonus 110%, verrà finanziato grazie ai proventi dell’attività ordinaria, alle donazioni di privati e da una campagna di raccolta fondi da enti pubblici e privati. Il progetto può anche contare su diverse fonti non solo di fundraising, ma anche di fundsaving:

  • Risparmio sulle spese attuali per manutenzione ordinaria e straordinaria della casa (nel bilancio 2019 le spese di manutenzione sono state pari ad € 26.000);
  • Recupero del costo di affitto, da destinare al sostegno delle attività educative per i bambini (€ 6.000)
  • Recupero parziale delle spese delle utenze varie;
  • Maggiori entrate da contributi comunali per l’accoglienza dei minori, attraverso l’adeguamento delle convenzioni attualmente in essere;
  • Realizzazione di accordi di sponsorizzazioni con imprese accuratamente identificate nel territorio e con un interesse nell’attività proposta andando così a risparmiare su costi vivi del progetto.

Inoltre la proposta della casa Famiglia Betania prevede la costituzione di un gruppo di Garanti che, fatti propri i principi e i valori ispiratori, siano pronti a scegliere fra diverse modalità di adesione tra loro complementari e certamente non alternative:

  • Economica: sostegno alle necessità dell’Associazione con particolare riferimento agli ambiti in cui si concretizzerà il progetto;
  • Relazionale: progressivo coinvolgimento di persone di propria conoscenza che, a diverso titolo, potranno partecipare alle varie iniziative
  • Professionale: disponibilità di tempo e competenze per il conseguimento degli obiettivi indicati;

BUDGET

Spese costruzione piattaforma
(fornitura e installazione personale)
18.250,00 + IVA di Legge
22.265,00
Costruzione cabina con parete
laterale in vetro
10.770,00 + IVA di Legge
13.139,40
TOTALE 35.404,40